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Sommario: 1. Introduzione: uno sguardo presbite al cammino comunitario della Corte costituzionale. – 2. Il cammino comunitario della Corte costituzionale tra “precisazioni” e “precisazioni della precisazione”. – 3. Per sgombrare il campo da possibili fraintendimenti: la sede della doppia pregiudizialità (il giudizio a quo e non il giudizio costituzionale). – 4. Diritti “a doppia tutela” tra Trattati europei e Costituzione. – 5. I vantaggi di uno schema operativo di più facile lettura per i giudici comuni. – 6. Sindacato di legittimità costituzionale e potere politico.
1. Introduzione: uno sguardo presbite al cammino comunitario della Corte costituzionale.
Il «cammino comunitario»1 della Corte costituzionale è caratterizzato da alcune tappe epocali, facilmente riconoscibili tanto più sono lontane nel tempo e consolidate nella “narrazione”, anche manualistica e didattica, che di quel cammino si è affermata. È certamente più complesso riuscire a riconoscere una nuova tappa epocale quanto più è vicina la pronuncia che la reca. Per dirla con le parole del Sommo Poeta, noi studiosi, in questo campo (e forse anche in molti altri) nella migliore delle ipotesi «veggiam, come quei c’ha mala luce, le cose»: vediamo bene gli sviluppi lontani, peggio quelli vicini. Premessa questa prudenza “oftalmica”, è passato forse abbastanza tempo dalla pubblicazione della sentenza n. 269 del 2017, per potervi scorgere uno di quegli snodi fondamentali del cammino comunitario della Corte. Tuttavia, questo nuovo snodo epocale è stato immediatamente seguito da un’opera di progressivo aggiustamento, che ha inevitabilmente generato un vivace dibattito dottrinale, che a sua volta è probabilmente in parte responsabile di nuovi interventi di aggiustamento di quella giurisprudenza.