Diritto e Società


Rivista trimestrale fondata nel 1973


da Giovanni Cassandro, Vezio Crisafulli e Aldo M. Sandulli

III serie – 2/2018



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sommario

saggi

Marco Mazzamuto, Partiti, movimenti, democrazia diretta e divieto di mandato imperativo …. 107
Andrea Buratti, Le professioni liberali nel diritto europeo …. 127
Stefania Mabellini, La sostenibilità in campo ambientale e i “diritti” delle generazioni future: un’ulteriore prova delle capacità palingenetiche dell’art. 9, comma 2, Cost. …. 151
Tatiana Guarnier, Della ponderazione di un “valore primario”. Il caso Ilva sotto la lente della Corte costituzionale …. 173
Martina Sinisi, “Utilità culturale” e “utilità economica” dei beni appartenenti al patrimonio culturale: Intangible Cultural Heritage, sponsorizzazioni e riproduzioni …. 209

osservatorio

Giacomo D’Amico, Comunicazione e persuasione a Palazzo della Consulta: i comunicati stampa e le «voci di dentro» tra tradizione e innovazione …. 237
Daniele Chinni, La comunicazione della Corte costituzionale: risvolti giuridici e legittimazione politica …. 255
Flaminia Aperio Bella, “Ceci n’est pas une note de jurisprudence”: riflessioni critiche a margine del tentativo dell’AGCM di farsi giudice a quo …. 281

attualità

Lorenzo Madau, Il parametro “esterno” offusca il parametro “interno”. Note a margine della sent. n. 120 del 2018 della Corte costituzionale …. 323


Abstract

Marco Mazzamuto, Partiti, movimenti, democrazia diretta e divieto di mandato imperativo

Lo scritto prende in considerazione l’odierna tendenza dei partiti populisti a valorizzare la democrazia diretta in contrapposizione alla democrazia rappresentativa, anche in relazione all’affermazione del sistema elettorale maggioritario nella Seconda Repubblica italiana. Vengono analizzate criticamente le condizioni politologiche e giuridiche per la democrazia diretta sia nei partiti, sia nelle istituzioni, concludendo che il divieto di mandato imperativo costituisce un tassello essenziale nel bilanciamento costituzionale dei poteri.

Parties, Movements, Direct Democracy and Prohibition of Imperative Mandate

The paper takes into consideration the current tendency of populist parties to value direct democracy as opposed to representative democracy, also in relation to the affirmation of the majority electoral system in the so-called Second
Italian Republic. A critical analysis of the politological and juridical conditions for direct democracy in parties and public institutions is offered, concluding that the prohibition of imperative mandate is an essential element in the constitutional balancing of powers.

Andrea Buratti, Le professioni liberali nel diritto europeo

L’articolo prende le mosse dalle recenti statistiche che dimostrano l’incremento del rilievo delle libere professioni nelle economie europee, tanto in termini di partecipazione al prodotto interno lordo quanto in termini di numero dei professionisti. Il diritto italiano delle libere professioni – recentemente interessato da importanti riforme di struttura – è stato ampiamente analizzato nella letteratura recente, mentre il quadro normativo europeo rimane poco noto, ed è spesso oggetto di errate interpretazioni.
L’articolo analizza la regolazione del settore nei Trattati europei, la giurisprudenza della Corte del Lussemburgo e le principali direttive, facendo luce sugli obiettivi perseguiti dal diritto e dalle politiche europee, sulle caratteristiche della regolazione delle libere professioni, e sulle rilevanti eccezioni che la regolazione di questo settore presenta rispetto ai principi che regolano il libero mercato nel diritto europeo. Infine, l’articolo esamina la recente direttiva sul test di proporzionalità che gli stati membri sono tenuti a svolgere in fase di adozione di una normativa sulle professioni: il recepimento interno della direttiva rappresenta una sfida per comprendere la profondità dell’influenza del diritto europeo nella materia.

The Liberal Professions in EU Law

The article stems from the recent trends that show the increasing relevance of liberal professions in European economies, in terms of both share of the GDP and number of individuals employed in this field. Whilst Italian legislative framework has been deeply analyzed in the recent years – especially following the tremendous reforms adopted after the 2011 crisis – the European regulation of liberal professions remains little known, and often misunderstood.
The article analyzes (i) the relevant regulation in the European Treaties, (ii) the Court of Luxembourg’s case law, and (iii) the main directives, shedding light on the goals pursued by EU Treaties and policies, the features of the regulation of liberal professions, and the important exceptions in the regulation of this area compared to the general principles of free market regulation in the EU. Finally, the article analyzes the recent directive on the test of proportionality to be undertaken by the member states when adopting a regulation of liberal professions: the domestic implementation of the directive represents a challenge to understand how deeply this area will be affected by European law.

Stefania Mabellini, La sostenibilità in campo ambientale e i “diritti” delle generazioni future: un’ulteriore prova delle capacità palingenetiche dell’art. 9, comma 2, Cost.

Il contributo esamina l’affermazione della nozione dei “diritti delle generazioni future” nel diritto internazionale e in molteplici ordinamenti nazionali e la stretta interrelazione con il principio di sostenibilità nelle sue diverse declinazioni, evidenziando come, alla formula, giuridicamente problematica dei “diritti” in capo alle generazioni future, sia preferibile la dimensione della responsabilità e della solidarietà, intesa in una accezione non più solo intra, ma anche intergenerazionale.
In questa prospettiva, il contributo perviene alla conclusione che, in campo ambientale e culturale, i doveri verso le generazioni future non manchino di un solido, ancorché implicito, fondamento costituzionale.

Sustainability in the Environmental Field and the “Rights of Future Generations”: a further Evidence of the Revitalising Ability of Art. 9, second paragraph, Cost.

The paper analyses the success of the notion of “rights of future generations” in international law and in constitutional law of several States and points up the close interrelationship with the principle of sustainability in its varied forms, highlighting that it is more advisable, instead of the problematic formula of “rights” of future generations, the dimension of responsibility and solidarity, understood in a – not only intra, but also – intergenerational meaning.
By this poit of view, the paper gets to the conclusion that, in the environmental and cultural field, duties towards future generations do not lack a solid, even if implicit, constitutional foundation.

Tatiana Guarnier, Della ponderazione di un “valore primario”. Il caso Ilva sotto la lente della Corte costituzionale

Il saggio analizza il caso Ilva a partire dalla prospettiva offerta dalle pronunce della Corte costituzionale ad esso dedicate, con particolare riferimento ai due filoni principali affrontati dal Giudice delle leggi: quello del bilanciamento fra i diritti coinvolti e quello relativo al conflitto fra poteri dello Stato. Il quadro complessivo scaturente dall’analisi congiunta e comparata delle sentenze (nn. 85 del 2013, 182 del 2017, 58 del 2018) e ordinanze (nn. 16 e 17 del 2013) consente di svolgere alcune riflessioni d’insieme sull’impatto delle decisioni costituzionali non solo sul caso concreto, ma anche sulla delineazione dell’approccio dell’ordinamento dinnanzi alla questione ambientale.
Quanto alle conseguenze sul caso concreto, il lavoro si sofferma sulle implicazioni del doppio “slittamento” da parte della Corte costituzionale: quello relativo alla scelta di utilizzare l’art. 4 Cost. come parametro di riferimento nel bilanciamento e quello relativo alla scelta di giudicare in ordine al conflitto non solo fra potere legislativo e giudiziario, ma anche amministrativo. Dal complesso di queste decisioni emerge una centralità accordata al procedimento amministrativo come sede delegata al bilanciamento, foriera di una criticabile impostazione del rapporto fra diritto, scelte politico-legislative e scelte tecniche. Ulteriore profilo problematico, di natura processual-costituzionale, è quello relativo alla conferma, nel caso di specie, dell’esperibilità del conflitto di attribuzioni solo in via residuale: la sua incorporazione nel giudizio di legittimità costituzionale sconta infatti, fra le altre criticità, il rischio della mancata analisi della questione relativa alle competenze ogniqualvolta si possa verificare il suo assorbimento.
Quanto alle conseguenze relative all’approccio ordinamentale in materia ambientale, lo scritto riflette sulle implicazioni della considerazione della tutela dell’ambiente solo in maniera funzionale alla tutela della salute degli individui e non come valore fine a sé stesso. Da questo punto di vista, le pronunce costituzionali sul caso Ilva costituiscono un’occasione mancata per portare sul campo del diritto quella “rivoluzione copernicana” che si è svolta nell’etica e che promuove un approccio non antropocentrico alle questioni ambientali.

On the Balancing of a “Fundamental Value”. The Ilva Case under the Lens of the Constitutional Court

The essay analyses the Ilva case from the perspective offered by the rulings of the Constitutional Court dedicated to it, with particular reference to the two main strands faced by the Judge of laws: the balancing of the rights involved and the conflict between the State powers. The overall picture resulting from the joint and comparative analysis of the judgments (85 of 2013, 182 of 2017, 58 of 2018) and ordinances (16 and 17 of 2013) is the occasion for some general reflections on the impact of the constitutional decisions not only on the specific case, but also on the setting of the legal-system approach to the environmental question.
With reference to the consequences on the specific case, the work focuses on the implications of double “sideslip” operated by the Constitutional Court: the one concerning the choice to use Art. 4 of the Constitution for the balancing test and the the choice to judge on the conflict not only between legislative and judicial power, but with the administrative power. In all these decisions is accorded a pivotal role to the administrative procedure in the balancing of the rights and interests concerned, leading to a problematic relationship between law, political and legislative choices and technical choices. A further challenging profile is that relating to the confirmation of the residual feature of the conflict of attributions: its incorporation in the judgment of constitutional legitimacy leads to the possible avoidance of the question of competences each time it may be absorbed.
With reference to the consequences on the environmental approach of the legal-system, the paper reflects on the implications of the consideration of environmental protection only as a means to protect the human health and not as an end value in itself. From this point of view, the constitutional pronouncements on the Ilva case constitute a missed opportunity to bring to the field of law the “Copernican revolution” held in ethics, that promotes a non-anthropocentric approach to environmental issues.

Martina Sinisi, “Utilità culturale” e “utilità economica” dei beni appartenenti al patrimonio culturale: Intangible Cultural Heritage, sponsorizzazioni e riproduzioni

Il patrimonio culturale include anche i beni culturali immateriali, la cui valorizzazione spesso avviene attraverso lo sfruttamento della componente immateriale dei beni stessi. Per questo motivo, la ricerca dell’equilibrio tra la valorizzazione dei beni culturali immateriali e la loro tutela non può prescindere dall’esame delle sponsorizzazioni e delle riproduzioni. La digitalizzazione dei contenuti culturali infatti spesso determina il sorgere di fasci di diritti e di diritti di esclusiva che contrastano con la libera fruizione del bene.

“Cultural Utility” and “Economic Utility” of Cultural Heritage: Intangible Cultural Heritage, Sponsorships and Reproductions

Cultural heritage includes “intangible cultural heritage”, whose valorization often takes place through the exploitation of its intangible component. For this reason, the balance between the enhancement of intangible cultural heritage and its protection can not be separated from the examination of sponsorships and reproduction, because the digitization of cultural content often leads to the emergence of exclusive rights that contrast with the free use of the good.

Giacomo D’Amico, Comunicazione e persuasione a Palazzo della Consulta: i comunicati stampa e le «voci di dentro» tra tradizione e innovazione

Lo scritto ricostruisce la complessiva attività di comunicazione svolta dalla Corte costituzionale. In particolare, l’analisi ha ad oggetto i tentativi svolti da questo organo di rendere più “fruibili” i contenuti delle proprie pronunzie e di convincere, per questo verso, l’opinione pubblica della “giustezza” delle decisioni assunte. Dopo una panoramica sulle principali “voci” della Corte, lo studio si concentra sui comunicati stampa pubblicati sul sito internet. Dall’analisi di questi testi emerge lo sforzo di semplificare la motivazione delle principali sentenze. Ma viene fuori anche l’attenzione sempre più crescente della Corte per una sorta di nuova mission del Giudice delle leggi: particolarmente indicativa in tal senso è la tendenza a “portare fuori” dal Palazzo della Consulta il variegato bagaglio di conoscenze, esperienze e sensibilità dei singoli giudici. Da questo punto di vista può dirsi che quello della comunicazione stia divenendo sempre più un «impegno morale» della Corte costituzionale.

Communication and Persuasion at “Palazzo della Consulta”: the Press Releases and the «Inside Voices» between Tradition and Innovation

The work describes the whole activity of Constitutional Court’s communication. Particularly, the analysis concerns the attempts of this tribunal to get comprehensible his decisions and to persuade public opinion about fairness of these judgements. After an overview of the most important «inside voices» of Court, this work examines press releases, published on internet site. The analysis of these documents proves the effort to simplify the justification of judgements and the increasing attention for a new “mission”, consisting in the aim to “take out” of the Court the different knowledge, experience and sensibility of single judges. In this sense, we can say that communication is becoming a «moral duty» for Constitutional Court.

Daniele Chinni, La comunicazione della Corte costituzionale: risvolti giuridici e legittimazione politica

Lo scritto prende in esame gli strumenti della comunicazione della Corte costituzionale tramite i quali essa, sempre più spesso, vuole instaurare un rapporto con l’opinione pubblica.
Ci si sofferma in particolare sull’utilizzo che viene fatto del sito web istituzionale il quale, nella prospettiva che interessa, negli ultimi tempi ha assunto un ruolo centrale e predominante. Per mezzo del sito web, infatti, la Corte costituzionale svolge plurime funzioni: fa conoscere iniziative o interventi non strettamente connessi alla propria attività giurisdizionale, dà notizie sulla propria composizione e sulle vicende che la riguardano, dà conto dinamicamente della propria attività giurisdizionale (comunicando i ruoli delle cause, corredati di sintetiche schede informative; divulgando comunicati stampa relativi a decisioni prese in camera di consiglio o a provvedimenti depositati in cancelleria; pubblicando tutti i provvedimenti giurisdizionali).
Il lavoro riflette sui risvolti giuridici di ciascuno degli strumenti della comunicazione analizzati, mettendo al contempo in evidenza, però, come la legittimazione politica che la Corte ricerca attraverso il rapporto con l’opinione pubblica sia necessaria, nella odierna società, perché il giudice costituzionale riesca a svolgere a pieno il proprio ruolo.

The Communication of the Italian Constitutional Court: Legal Implications and Political Legitimacy

The paper tackles the use made by the Italian Constitutional Court of the media, in order to establish and strengthen a relationship with the public opinion.
Particular attention is paid to the website of the Court, that recently assumed a central and predominant role. The website of the Constitutional Court performs many functions: by making known its non-jurisdictional activities, giving information on its composition and on other facts concerning it, reporting on its own jurisdictional activity (in particular by providing for summaries of the forthcoming court cases, issuing press releases about the decisions taken and publishing every order and judgement).
The paper elaborates on the legal implications of these tools and, at the same time, highlights the necessity for the Constitutional Court, in order to fully perform its functions in the contemporary society, to draw political legitimacy from the relationship with public opinion.

Flaminia Aperio Bella, “Ceci n’est pas une note de jurisprudence”: riflessioni critiche a margine del tentativo dell’AGCM di farsi giudice a quo

L’articolo prende le mosse dalla pronuncia con cui l’AGCM, qualificandosi (per la prima volta) come autorità giurisdizionale “ai limitati fini” degli artt. 1, l. cost, n. 1 del 1948 e 23, l. n. 87 del 1953, ha sollevato questione di legittimità costituzionale in via incidentale della normativa sul notariato venuta in rilievo nell’ambito di un procedimento sanzionatorio da essa intrapreso.
I passaggi della decisione in cui l’Autorità afferma la ricorrenza dei presupposti oggettivi e soggettivi della propria legittimazione quale giudice a quo sono analizzati in senso critico alla luce degli insegnamenti di teoria generale sulla distinzione tra giudice e amministrazione, senza dimenticare la “relatività” del concetto di giudice e giurisdizione accolto dalla giurisprudenza del Giudice delle Leggi.

“Ceci n’est pas une note de jurisprudence”: Critics about the Antitrust Authority Decision to Raise an Incidental Question of Constitutionality

The paper stems from the decision of the Italian Antitrust Authority to raise (for the first time) an incidental question of constitutionality before the Italian constitutional Court during a proceeding leading to an infringement decision.
Stating that subjective and objective requirements of the legal standing to rise question of constitutionality are fulfilled, the decision requires to analyse, in the perspective of general theory, the differences between judge and administration, pointing out the relativity of the notion of judge and jurisdiction in the Italian constitutional Court case law.

Lorenzo Madau, Il parametro “esterno” offusca il parametro “interno”. Note a margine della sent. n. 120 del 2018 della Corte costituzionale

Il contributo analizza la vicenda giurisprudenziale conclusasi con la sentenza n. 120 del 2018 della Corte costituzionale, con cui è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale del divieto di costituire associazioni sindacali per il personale militare, previsto dall’art. 1475, comma 2, del d.lgs. n. 66/2010.
L’attenzione è rivolta, in particolare, all’utilizzo fatto da giudici a quo e Corte costituzionale dei parametri di legittimità costituzionale “esterni” che, nel caso in esame, sembrano offuscare quelli “interni”. Infatti, nonostante la vicenda si incentri sulla violazione del diritto fondamentale alla libertà di associazione sindacale, in essa è completamente assente l’art. 39 Cost., in cui tale diritto trova fondamento nel nostro ordinamento, mentre l’illegittimità costituzionale è dichiarata semplicemente richiamando la giurisprudenza della Corte Edu (nonché, ad adiuvandum, la Carta sociale europea), per il tramite dell’art. 117 Cost.
Tale modo di procedere, così come lo scarno percorso argomentativo della pronuncia, è criticato alla luce della convinzione che, nei giudizi di legittimità costituzionale, l’autonoma evocazione dei parametri “esterni” debba avvenire in via residuale, dovendosi privilegiare le potenzialità insite nelle disposizioni costituzionali sui diritti, perlomeno quando queste siano concretamente invocabili, come sicuramente accadeva nel caso di specie.

The “External” Parameter Overshadows the “Internal” Parameter. Some Notes about the Sentence n. 120/2018 of the Italian Constitutional Court

The paper analyzes the case that ended with the sentence n. 120/2018 of the Italian Constitutional Court which declared the constitutional illegitimacy of the prohibition of setting up trade union associations for military personnel, provided by the art. 1475, par. 2, of the d.lgs. n. 66/2010.
The focus is, in particular, on the use, made by the judges a quo and the Italian Constitutional Court, of the “external” parameters of constitutional legitimacy which, in this case, seem to overshadow the “internal” parameters. In fact, despite the case focuses on the violation of the fundamental freedom of trade union association, is completely absent the art. 39 of the Constitution, in which it is based in the italian legal system, while the constitutional illegitimacy is declared simply recalling the jurisprudence of the European Court of Human Rights (and, ad adiuvandum, the European Social Charter), through the art. 117 Cost.
This way of proceeding, as well as the sparse argument of the decision, is criticized in the light of the conviction that, in the constitutional judgments, the autonomous evocation of the “external” parameters must take place in a residual way, having to privilege the potentialities inherent in the constitutional provisions about fundamental rights, at least when they are concretely invocable, as certainly occurred in this case.