Diritto e Società
Rivista trimestrale fondata nel 1973
da Giovanni Cassandro, Vezio Crisafulli e Aldo M. Sandulli
III serie – 3/2019
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sommario
saggi
Marilisa D’Amico, Le incertezze dell’istruttoria nel giudizio costituzionale …. 321
Stefano D’Alfonso, Attività di ricerca nelle scienze sociali e diffamazione: i “rischi del mestiere” per il ricercatore universitario. Inquadramento teorico, normativo e giurisprudenziale …. 365
Fulvio Costantino, Gli open data come strumento di legittimazione delle istituzioni pubbliche? …. 443
Enrico Zampetti, Legalità e potere straordinario d’ordinanza …. 477
osservatorio
Patrizia Marzaro, Semplificazione, coordinamento degli interessi pubblici e leale collaborazione come canone di legittimità dell’azione amministrativa …. 501
attualità
Roberto Carleo, La prevenzione delle controversie negli appalti (DAiC – Dispute Avoidance in Construction) .… 527
Abstract
Marilisa D’Amico, Le incertezze dell’istruttoria nel giudizio costituzionale
Il saggio in questione intende indagare il tema delle incertezze dell’istruttoria nell’ambito del giudizio costituzionale, partendo da una riflessione – che verrà ripresa in chiusura – sulla natura del processo che si tiene dinnanzi alla Corte costituzionale.
E infatti, se da un lato non è possibile affermare l’esistenza di un “diritto alle prove”, dall’altro è ancora difficile, oggi, tracciare l’esistenza di un autentico diritto processuale costituzionale: eppure, in alcune “zone” del diritto e, soprattutto, nell’ambito del processo in via principale, il Giudice delle leggi ha ritenuto di fare utilizzo dei propri poteri istruttori.
Il lavoro procede “alzando” lo sguardo verso la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, la Corte interamericana dei diritti dell’uomo e del Bundesverfassungsgericht, per poi concludere con l’auspicio di una strutturazione del processo costituzionale nella sua specificità.
The uncertainties of the investigation powers in the constitutional judgement
The essay investigates the uncertainties of the Constitutional Court’s investigative powers in the context of the constitutional judgement, starting from a reflection on the nature of the constitutional process. If, on the one hand, it is not possible to affirm the existence of a “right to evidence”, on the other hand, it is still difficult to identify the existence of an authentic constitutional procedural law: and yet, in some “areas” of the law and, above all, in the context of the trial in the main, the Constitutional Court has decided to make use of his investigative powers. The paper proceeds by looking at the jurisprudence of the European Court of Human Rights, the Inter-American Court of Human Rights and the Bundesverfassungsgericht, and concludes hoping for a more pervasive use of the examined investigative powers.
Stefano D’Alfonso, Attività di ricerca nelle scienze sociali e diffamazione: i “rischi del mestiere” per il ricercatore universitario. Inquadramento teorico, normativo e giurisprudenziale
Obiettivo del presente lavoro è fornire un contributo a una istanza di chiarimento avvertita dagli studiosi, in particolare dagli accademici, che nella loro attività di ricerca incorrono nel rischio di ledere l’onore, la reputazione e la dignità altrui.
L’analisi è condotta attraverso una lettura teorica, normativa e giurisprudenziale, domestica ed europea, contemplando la libertà accademica nelle sue diverse declinazioni, al fine di comprenderne i limiti, in particolare nella ricerca sociale. Viene prestata attenzione anche alla nuova disciplina sulla privacy, al diritto all’oblio, allo status dei professori universitari e alla loro tutela da parte dell’accademia in considerazione del rischio di dissuasione (c.d chilling effect) determinato da procedimenti penali e cause civili.
I temi sono trattati anche attraverso un approccio ampio, sensibile ai temi dell’etica nella ricerca nel quadro dei principi costituzionali ed europei.
Research Studies in Social Sciences & Defamation: A University Researcher’s “Occupational Hazard”. Theoretical, Regulatory and Jurisprudential Framework
This work aims to a contribution in order to a request for clarification felt by scholars, particularly by academics, who in their research activities could risk the others honour, reputation and dignity damaging.
The analysis is conducted through a theoretical, normative and jurisprudential, national and European reading, contemplating academic freedom in its various forms, in order to understand its limits, particularly in social research.
Attention is also paid to the new privacy rules, to the right to be forgotten, to the university professors status and their protection by the academy, in the perspective of the risk of deterrence (so-called chilling effect) caused by criminal proceedings and civil cases.
The issues are also dealt with through a broad approach, in particular to the ethics research issues within the framework of constitutional and European principles.
Fulvio Costantino, Gli open data come strumento di legittimazione delle istituzioni pubbliche?
Nel saggio ci si chiede se gli Open Data possono costituire uno strumento di legittimazione delle istituzioni pubbliche. A fronte del deficit di legittimazione di cui sembrano infatti soffrire le istituzioni, si è ipotizzato che possa funzionare come antidoto l’ampliamento della partecipazione in senso lato dei cittadini e delle imprese. L’apertura al pubblico dei dati sinora detenuti unicamente dall’amministrazione potrebbe favorire il coinvolgimento dei cittadini sia nei processi decisionali che in pratiche attinenti alla gestione dei servizi. A fronte dei problemi teorici e pratici della apertura dei dati, si guarda all’impatto che l’apertura potrebbe produrre sia in termini di democraticità del sistema, che di efficienza dello stesso. Questi due aspetti possono però risultare, anche con riferimento ai dati, sia complementari che confliggenti.
Open data as legitimation tools for public institutions?
The essay examines whether Open Data can be an instrument of legitimization of public institutions. It has been hypothesized that broadening participation of citizens may be an antidote to the legitimacy deficit of the the institutions. The opening to the public of the data held by the administration could facilitate the involvement of citizens both in decision-making processes and in practices related to the management of services. In the face of the theoretical and practical problems of opening data, we look at the impact that opening can produce both in terms of the democracy of the system and its efficiency. These two aspects, however, can be both complementary and conflicting.
Enrico Zampetti, Legalità e potere straordinario d’ordinanza
L’articolo esamina il potere straordinario di ordinanza nella gestione delle situazioni di emergenza, con particolare riferimento alla sua compatibilità con il sistema costituzionale delle fonti e con il principio di legalità sostanziale. Più precisamente, vengono individuati gli specifici elementi che, in base alla giurisprudenza costituzionale, devono necessariamente caratterizzare la disciplina sul potere straordinario per renderla compatibile – sotto i profili indicati – con le previsioni e i principi costituzionali. I risultati raggiunti vengono conclusivamente misurati sull’attuale disciplina in materia di protezione civile recata nel d.lgs. n. 1 del 2018, al fine di verificare se il potere straordinario ivi previsto possa ritenersi rispettoso del sistema costituzionale delle fonti e del principio di legalità.
Legality and Extraordinary Power of Ordinance
The article examines the extraordinary power of ordinance in the management of emergency situations, with particular reference to its compatibility with the constitutional system of sources and with the principle of legality. More precisely, specific elements are identified which, on the basis of constitutional jurisprudence, must necessarily characterize the discipline on extraordinary power to make it compatible – under the indicated profiles – with the constitutional provisions and principles. The results achieved are conclusively measured on the current civil protection legislation set out in Legislative Decree n. 1/2018, in order to verify whether the extraordinary power provided therein can be considered respectful of the constitutional system of sources and of the principle of legality.
Patrizia Marzaro, Semplificazione, coordinamento degli interessi pubblici e leale collaborazione come canone di legittimità dell’azione amministrativa
A far data dall’approvazione della legge sul procedimento amministrativo, nel 1990, uno dei versanti della semplificazione più praticati dal legislatore, e più sofferti in sede applicativa, ha riguardato sicuramente il coordinamento tra amministrazioni e la conferenza di servizi. Il contributo, muovendo da un’osservazione dottrinale lungimirante, ma certo non valorizzata in sede normativa, secondo cui la semplificazione delle procedure non deve escludere l’esatta considerazione della pluralità degli interessi concorrenti, ripercorre sinteticamente l’evoluzione della politica di semplificazione nell’ordinamento, per concentrarsi poi sul regime attuale della conferenza di servizi. Mettendo in luce la netta riduzione della tutela degli interessi cd. sensibili che ne è derivata, lo scritto si concentra sullo studio degli strumenti che, perseguendo la cooperazione tra amministrazioni, possono contribuire ad assicurare una maggiore protezione a tali interessi, facendo del principio di leale collaborazione un canone di legittimità dell’azione amministrativa.
Simplification, Coordination of Public Interests and Sincere Collaboration as a Canon of Administrative Action
Since the approval of the law on administrative proceedings, in 1990, one of the most recurrent aspects of the legislative intervention on simplification (and, indeed, one of the most tormented in the enforcement phase) certainly concerns the coordination between administrations and the conference of services. Departing from a forward-looking legal scholars’ observation, which has not been adequately valued by the law-maker and according to which the simplification of administrative proceedings should not exclude a proper consideration of the plurality of competing interests, the essay briefly traces the evolution of the simplification policy in the legal system. This is functional to focus on the current system of the conference of services. Highlighting the clear decrease in the protection of sensitive interests that derived from this evolution, the contribution focuses on the study of tools that, by pursuing cooperation between administrations, can contribute to ensuring greater protection for these interests, making the principle of loyal cooperation a standard of legitimacy of administrative action.
Roberto Carleo, La prevenzione delle controversie negli appalti (DAiC – Dispute Avoidance in Construction)
Il progetto DAiC (Dispute Avoidance in Construction) mira ad indagare il sistema dei rimedi contrattuali di prevenzione delle liti negli appalti e, in particolare, a costituire un modello di board di esperti demandati a gestire il rapporto contrattuale, con l’obiettivo di evitare l’insorgenza di controversie ed il conseguente ritardo dei cantieri.
Un recente riferimento positivo – sebbene di travagliata ed incerta introduzione – potrebbe essere costituito dalla previsione del Collegio consultivo tecnico con funzione di prevenzione delle liti, che meriterebbe di essere sperimentata ed implementata con serietà.
Il risultato da perseguire dovrebbe essere la costruzione di modelli contrattuali che consentano il contenimento dei costi dell’appalto, riducendone i rischi e facilitando il finanziamento delle opere. Ciò instaurando un circolo virtuoso di riduzione del contenzioso e di efficienza dell’appalto che si traduce in un’utilità sociale ed economica estesa a beneficio della collettività.
The Prevention of Disputes in Constructions DAiC (Dispute Avoidance in Construction)
The DAiC (Dispute Avoidance in Construction) project aims to investigate the system of contractual solutions for the prevention of disputes in constructions and, in particular, to establish a model of expert board delegated to manage the contractual relationship, with the aim of avoiding disputes and the consequent delay of construction sites.
A recent normative reference – although of troubled and uncertain introduction – could be represented by the provision of the Technical Advisory Board with the task of preventing disputes, which would deserve to be experimented and implemented with seriousness.
The outcome to be pursued should be the construction of contractual models which allow the containment of the costs, reducing the risks and facilitating the funding of the constructions.
This would lead to establish a virtuous circle of reduction of litigation and efficiency of the contract which translates itself into a social and economic utility extended to the benefit of the whole community.